Maqam è una parola araba che significa molte cose: luogo, posizione, stazione, scala e soprattutto il sistema di organizzazione melodica della musica araba tradizionale, una tecnica di improvvisazione largamente praticata in tutto il Medio Oriente.
Tutti questi significati alludono alla transitorietà, al manifestarsi di una posizione tesa verso un avvenire immediato che è lo spazio di una forma spettacolare sospesa tra concerto e coreografia. La nebulosa di corpi di mk incontra dal vivo l’interconnessione tra la musica orchestrata da Lorenzo Bianchi Hoesch ed il canto di Amir ElSaffar, non solo uno dei protagonisti più promettenti del jazz contemporaneo ma anche un profondo conoscitore della tradizione del maqam iracheno.
La relazione compositiva tra ambiente sonoro e coreografico è fatta di eventi elementari, discontinui e puntiformi, che lasciano sciogliere nel canto l’intreccio della sostanza corporea e musicale.