La nostra mente non sopporta le cose incomplete: l’incompletezza genera tensione psicologica.
Per questo la natura umana tende a compiere tutto ciò che non ha una fine, a chiudere ogni cerchio, compreso quello della vita.
Tutto mette in scena proprio il mistero ambiguo e sorprendente degli spazi vuoti, lasciando che sia l’immaginazione degli attori e degli spettatori a riempirli, e mostra come credere di poter chiudere il cerchio del “tutto” sia soltanto un’illusione.
Scritto nel 2009 per la Schaubüne di Berlino, questo testo del grande autore argentino, mai portato in scena in italiano, si struttura in tre atti catastrofici, la cui trama caotica e spassosa racconta il tema della crisi in tutte le sue sfaccettature.
Tommaso Capodanno