Uno spettacolo di fantascienza
18 – 23 aprile 2023
uno spettacolo di Liv Ferracchiati
con (in ordine alfabetico) Andrea Cosentino, Liv Ferracchiati e Petra Valentini
aiuto regia Anna Zanetti
dramaturg di scena Giulio Sonno
uno spettacolo di Liv Ferracchiati
con (in ordine alfabetico) Andrea Cosentino, Liv Ferracchiati e Petra Valentini
aiuto regia Anna Zanetti
dramaturg di scena Giulio Sonno
Uno spettacolo di fantascienza – il Talk
Teatro India, mercoledì 19 aprile ore 17.00 – ingresso libero
incontro con la compagnia
in collaborazione con Youngboard di Teatro di Roma – Teatro Nazionale e Dominio Pubblico
Tre persone, quasi un triangolo.
Una nave, diretta al polo.
La catastrofe climatica, tutta attorno.
E il mondo: prossimo alla fine. Forse già dopo la fine.
Meglio.
Un uomo, adulto.
Una donna, più giovane.
Un altro uomo, che in realtà non è proprio proprio… ma neanche…
Daccapo.
Come si racconta la fine del mondo? E poi: quale mondo sta finendo?
In Uno spettacolo di fantascienza una rompighiaccio è diretta al Polo Sud, i trichechi rotolano giù dalle rocce e l’asse del mondo si sposta, la Terra si crepa nel mezzo eppure il fuoco è su altro, a crollare sono i tasselli delle nostre identità.
Per comunicare noi stessi siamo costretti a scegliere, più o meno consapevolmente, i segni che vanno a comporre le nostre caratteristiche.
Può sembrare filosofico, in realtà è molto concreto perché, queste distratte adesioni influenzano anche il taglio dei nostri capelli, il modo in cui ci vestiamo o persino la nostra gestualità. Cosa accadrebbe, dunque, se provassimo a spostare il punto di vista comune rispetto alle faccende che riteniamo più ovvie?
Perché dividiamo il tempo in 24 ore e non in 48 mezzore? Perché pitturarsi le labbra col rossetto è un’attività da considerarsi femminile e pitturare una parete è da considerarsi maschile? Perché essere alti è positivo mentre essere bassi è negativo? È sempre così o varia in base al genere? Chi ha scelto per noi cosa ci dovesse piacere e cosa, invece, no?
Quello che abbiamo costruito della nostra identità, dunque, ci appartiene davvero o sono rappresentazioni influenzate dalla cultura in cui siamo immersi?
Se togliessimo, strato dopo strato, tutti i segni che ci raccontano, cosa rimarrebbe? Forse si potrebbe avvertire un vago senso di minaccia, perché il rischio è che possa rimanere davvero poco di quel che siamo.
Così Uno spettacolo di fantascienza, che della fantascienza ha la surrealtà e la prossimità col reale, è una drammaturgia in cui cambia bruscamente il linguaggio, perché anche la scrittura segue regole e convezioni. Come si muoverà, allora, la percezione? Dove ci posizioneremo? Come cercheremo di decifrare quello che abbiamo davanti se regole e convenzioni conosciute saltano di continuo?
Lo spettatore, dunque, potrebbe sentirsi spiazzato, come capita quando cerchiamo di definire gli oggetti che abbiamo intorno, le altre persone, la vita.
È impossibile conservare una forma definitiva, forse possiamo solo prendere consapevolezza e restare in ascolto di noi stessi.
ore 20.00
domenica ore 18.00
durata 1 ora e 15′
scene e costumi Lucia Menegazzo
disegno luci Lucio Diana
suono Giacomo Agnifili
lettore collaboratore Emilia Soldati
illustrazione Ehsan Mehrbakhsh
realizzazione costumi in collaborazione con Sartoria Teatro delle Muse
direttore di scena Andrea Zenoni (Spazio Scenico)
foto di Giulia Di Vitantonio
produzione Marche Teatro – CSS Teatro Stabile d’Innovazione del FVG – Teatro Metastasio di Prato | Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini