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Autoritratto

20 maggio – 1 giugno 2025

scritto, diretto e interpretato da Davide Enia

Lo spettacolo

Davide Enia torna in scena con un autoritratto intimo e collettivo che riavvolge il filo sulle vicende di Cosa Nostra avvenute in Sicilia, e in particolar modo a Palermo attraverso un’accurata analisi personale e collettiva lunga più di 30 anni. Partendo dall’esplosione che il 23 maggio 1992 a Capaci uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie e i tre agenti della scorta, fino ad arrivare al rapimento e l’omicidio di Giuseppe di Matteo, il bambino figlio di un collaboratore di giustizia, tenuto per 778 giorni in prigionia in condizioni disumane e infine ucciso per strangolamento per poi venire sciolto nell’acido. Ci narra lui stesso: “una storia disumana che si configura come l’apparizione del male, il sacro nella sua declinazione di tenebra. Siamo in presenza dell’orrore, di una ferocia smisurata, di una linea di azioni così abiette da essere impossibile ogni aggettivazione. E su tutto vibra il sacrificio di una vittima innocente. La verticalità della vicenda ha in sé tutti i requisiti della tragedia, soprattutto nella formulazione di domande che non possono avere risposte. Gli strumenti linguistici a disposizione per affrontare questo lavoro sono quelli che il vocabolario teatrale ha costruito nella mia Palermo: il corpo, il canto, il dialetto, il pupo, la recitazione, il cunto. È dentro questo linguaggio circoscritto che questo problema linguistico va affrontato, sviscerato, interrogato, risolto.
Questo nuovo lavoro è una tragedia, una orazione civile, un processo di autoanalisi personale e condiviso, un confronto con lo Stato, una serie di domande a Dio in persona. Per questo, questo lavoro è un autoritratto al contempo intimo e collettivo”.

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