Me Myself and AI
Otto testi brevi sviluppati all’interno del workshop Me Myself and AI, organizzato da PAV per Fabulamundi Playwriting Europe New Voices per il Corso di Perfezionamento per attrici e attori del Teatro di Roma.
Gli autori, Andrea Basile, Marco Fabrizi, Lorenzo Fochesato, Niccolò Massi, Nathalie Podbielski e Giulia Sucapane, si sono confrontati con una delle questioni più scottanti riguardo all’autorialità nel nostro presente: quanto e come usare l’intelligenza artificiale generativa nelle opere dove al centro dovrebbe esserci la creatività umana. Una questione che solleva molteplici domande.
Cosa è un autore? Cosa un’idea? Cosa è un punto di vista? Se l’intelligenza artificiale generativa è in grado di proporre delle idee, si può anche considerare come un’autrice? Quali sono i limiti di utilizzo dell’intelligenza artificiale in chiave creativa? Fino a che punto può essere considerata solo uno strumento?A metà tra lavoro collettivo e individuale, il workshop ha provato ad affrontare questi problemi, suggerendo una modalità di utilizzo dell’Intelligenza Artificiale non invasiva e che facesse restare al centro di un testo teatrale la creatività umana.
A-Broad
Come si misura una frontiera? Cosa significa oltrepassarla?
Quali sono le tracce del nostro passaggio?
C’è ancora casa al di là della frontiera?
Yuri Casagrande Conti, Denise Diaz Montalvo e Tatjana Motta, nel corso del workshop A-Broad per PAV/Fabulamundi Playwriting Europe New Voices, si sono domandati quali potessero essere le connessioni, i rimandi, gli specchi, degli ultimi trent’anni di flussi migratori tra Italia e Romania (o più in generale l’Europa dell’est), in entrambe le direzioni. Ne è nato un testo collettivo, formato da tre episodi intrecciati tra loro.
In Qualcosa a riguardo, un’adolescente romena, armata di pistola, fa irruzione in un ristorante italiano di una indefinita città romena. È alla ricerca di suo padre, un padre italiano che aveva avuto un’avventura con sua madre e che lei non ha mai conosciuto.
In Paloma, una ventenne nata e cresciuta in una città dell’Italia centrale, si confronta con uno sradicamento che non aveva immaginato di dover affrontare. I suoi genitori, appena andati in pensione, sono tornati in Romania, e lei non sa più dove sia casa sua.
In Mary Celeste, due sorelle attendono il ritorno del padre, un uomo che per lavoro viaggia nell’Europa dell’est e di cui da mesi si sono perse le tracce. A tornare è la Volvo S80 del padre, senza nessuno a bordo, ma carica di indizi di ciò che significa attraversare una frontiera.