A cinquant’anni di distanza dalla morte di Pier Paolo Pasolini, sul palco del Teatro Argentina, va in scena una serata evento ideata da Giacomo Bisordi, su una drammaturgia curata da Fabio Condemi, costruita a partire del materiale cinematografico, poetico e giornalistico di Pier Paolo Pasolini.
Scrive Pasolini: “La morte compie un fulmineo montaggio della nostra vita: ossia sceglie i suoi momenti veramente significativi (e non più ormai modificabili da altri possibili momenti contrari o incoerenti), e li mette in successione, facendo del nostro presente, infinito, instabile e incerto, e dunque linguisticamente non descrivibile, un passato chiaro, stabile, certo, e dunque linguisticamente ben descrivibile. Solo grazie alla morte, la nostra vita ci serve ad esprimerci.”
Il punto di partenza per questo evento è idealmente il giorno dopo quello della morte ovvero il 3 novembre 1975 e alcune domande che porta con sé: E ora? Testimoni di quest’assenza, che ne facciamo di questa eredità, tramandataci nella forma di un impressionante corpus intellettuale, poetico e cinematografico?
Da questa scheggia, la serata verrà costruita come un oratorio di dicitori e dicitrici. Un viaggio a ritroso, rocambolesco, quasi picaresco, lungo una delle infinite tracce che il pensiero di Pasolini offre.