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Furore

17 – 29 marzo 2026

dal romanzo di John Steinbeck
adattamento Emanuele Trevi
ideazione e voce Massimo Popolizio
musiche eseguite dal vivo da Giovanni Lo Cascio

Lo spettacolo

Dopo aver conquistato il pubblico fin dal suo debutto nel 2019, Massimo Popolizio torna ad incarnare con vibrante intensità i personaggi immortali di Furore di John Steinbeck. Questo potente capolavoro della narrativa americana, scritto nel 1939 e da subito divenuto un best-seller, rivive ancora una volta sul palcoscenico promettendo di emozionare e scuotere il pubblico con la sua cruda attualità. Lo spettacolo, che ha riscosso unanime successo nelle passate stagioni, continua ad affascinare per la sua capacità di raccontare con forza la dignità umana di fronte alle avversità, la lotta per la sopravvivenza e il bisogno di giustizia sociale. L’interpretazione magistrale di Massimo Popolizio, capace di dare voce alle sofferenze e alle speranze dei protagonisti, è il cuore pulsante di questa coproduzione firmata Teatro di Roma e Compagnia Umberto Orsini.
Lo spettacolo, un vero e proprio one-man show epico e lirico, porta sul palco la dolorosa realtà della crisi agricola, economica e sociale che colpì gli Stati Uniti tra il 1929 e l’attacco a Pearl Harbor. Il lavoro di Popolizio esprime la potenza poetica della drammaturgia di Steinbeck, portando in scena il personaggio di narratore che conosce a fondo il cuore umano, la disperazione dei derelitti e le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale. A prestare a questo potentissimo, indimenticabile “storyteller” un corpo e una voce adeguati alla sua grandezza letteraria, è l’attore e regista Massimo Popolizio che traspone sulla scena le infinite risorse poetiche del metodo narrativo di Steinbeck, rendendole ancora più evidenti ed efficaci attraverso la lettura. Leggendo Furore, infatti, impariamo ben presto a conoscere questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Raccontando le sventure della famiglia Joad, e i motivi di una delle più devastanti migrazioni di contadini della storia moderna, Massimo Popolizio dà vita a un one man show epico e lirico, realista e visionario, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità.

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