Lo spettacolo realizzato nel 1995 da Societas Raffaello Sanzio (oggi Societas) e presto diventato un vero e proprio culto della scena teatrale internazionale conquistando generazioni di bambini in Europa, in Cile, Giappone, Corea e Taiwan, con rappresentazioni anche in lingua sarda.
Nella semi-oscurità di una grande camera da letto in legno, la narratrice accoglie gli spettatori. I letti sono piccoli, reali, con lenzuola e coperte. Ognuno si sdraia nel suo. Quello sarà il suo posto. Le favole raccontate prima di dormire creano nella stanza un’atmosfera magica. È il momento in cui ognuno si rilassa, lascia andare i pensieri e torna a sé stesso. Al centro della stanza, una narratrice racconta la storia di Buchettino, un bambino piccolissimo che, grazie alla sua intelligenza, riesce a ingannare e sconfiggere un orco e sua moglie.
Anche se il racconto inizia con il classico “C’era una volta”, la realtà si fa sentire. Una tempesta di suoni riempie la stanza, e nel buio ognuno si concentra sui propri sensi. Le pareti di legno sembrano quelle di una nave in mezzo a una tempesta, e i suoni che arrivano da fuori stimolano l’immaginazione.
Stare insieme a sconosciuti, in un luogo di intimità condivisa, crea un’esperienza unica. Il suono che scorre come un fiume trasporta ogni emozione, riportandoci a una dimensione infantile. Non un’infanzia come fase della vita, ma come uno spazio dentro di noi, dove le parole sfiorano il limite del linguaggio, quasi non dette. In questo luogo, le parole degli esseri umani si mescolano con quelle degli animali, degli orchi e degli gnomi, toccando il cuore delle cose e portandoci più vicini al nostro corpo.