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Misura per misura

2 – 14 dicembre 2025

di William Shakespeare
traduzione e riduzione Chiara Lagani
regia Giacomo Bisordi
con (in o. a.) Vanda Colecchia, Arne De Tremerie
Dimitri Galli Rohl, Michele Lisi, Irene Mantova
Edoardo Raiola, Francesco Russo
e in video Miruna Cuc

 

Lo spettacolo

Siamo a Vienna, la città è nel caos: la guerra incombe alle sue porte e, come spesso accade, quando la possibilità della fine si fa più pervasiva nei pensieri delle persone, per rovescio la fame di vita e di sesso cresce esponenzialmente. La prostituzione dilaga fuori controllo col suo carico di malattie infettive e nascite “illegittime” ed il Duca – una specie di monarca assoluto che tutto può – si è reso conto che la sua troppa permissività nell’applicare la legge ha innescato un disastro sociale senza ritorno; decide perciò di lasciare temporaneamente il suo ruolo al vicario, Angelo, severo applicatore della norma “lasciata sepolta troppo a lungo”: che sia lui a ripristinare l’ordine, salvare la città e prendersi l’eventuale malcontento del popolo.

Angelo con pugno di ferro inizia a mozzar le teste di chi trasgredisce la legge, in particolare quella che proibisce rapporti sessuali prima del matrimonio. Prima vittima, un certo Claudio. Sua sorella, Isabella – per Peter Brook forse il personaggio più bello di tutta la produzione shakespeariana – novizia di un convento, implora il perdono ad Angelo: lo avrà, a patto che lei dia il suo consenso ad un rapporto sessuale col vicario.

Se consenso si può chiamare uno dato in quelle circostanze, una contraddizione evidente – no?

Che ne facciamo di questa storia, così poco definibile?

Dicono che Misura per misura sia una commedia, l’ultima che Shakespeare abbia scritto. Dopo verranno le grandi tragedie e poi un po’ di malinconici commiati al mondo.

Se problematica è la scena di ricatto in questione, altrettanto lo è proprio il modo in cui è stato scritto, Misura per misura. Parte come una tragedia, spinge l’acceleratore su quello, come a sfuggire a qualcosa che poi arriva, implacabile: a metà, una bella deviazione stilistica, il tono cambia radicalmente, si passa dal verso alla prosa spinta, e si galoppa rapidi verso un lieto fine apparente.

Una pennellata massiccia di vernice per trasformare, modificare, celare quello che di buio si era fino a lì spiattellato. Perché?

Dicono anche che Misura per misura sia un testo sulla giustizia: è vero. Il buon Angelo applica la legge senza interpretarla, quasi che la norma sia da sé equivalente alla giustizia. Verrebbe da chiedergli, quale giustizia, e come. Del resto, Cesare Beccaria s’interrogava su come si possa davvero chiamare giustizia quella che passa attraverso un atto violento come una testa mozzata.

E, poi, se le leggi sono ingiuste, come ci comportiamo?

Dobbiamo davvero rispettarle?

E quale società scrive quali leggi?

Ma guardare alla sola relazione tra legge e giustizia, ancora non permette di afferrare il senso di questo testo, se un senso solo lo possiede.

Forse la chiave più efficace è leggerlo sotto la lente del desiderio.

Un duca che non riesce più a desiderare lascia che sia la comunità che governa a desiderare libera e senza regole; un vicario che reprime il proprio desiderio crede d’innamorarsi per la prima volta di una suora che ha rivolto invece tutto il suo desiderio a qualcosa di ultraterreno come dio.

Forse questa è la prima domanda che ci viene data in carico, che poi è la prima che apre la storia: che significa governare?

Governare i propri desideri; governare una comunità.

In fondo le due cose s’intrecciano, come spesso accade tra la sfera privata e la sfera pubblica delle nostre vite.

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