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Misura per misura

2 – 14 dicembre 2025

di William Shakespeare
traduzione e adattamento Chiara Lagani
cast in via di definizione
regia Giacomo Bisordi

 

Lo spettacolo

Siamo a Vienna, la città è nel caos, e il Duca – una specie di monarca assoluto che tutto può – si è reso conto che la sua troppa permissività nell’applicare la legge ha portato al disastro e decide così di lasciare temporaneamente il suo ruolo al vicario, Angelo, brutale e severo applicatore della norma “lasciata sepolta troppo a lungo”: che sia lui a ripristinare l’ordine, e prendersi l’eventuale malcontento del popolo. Angelo con pugno di ferro inizia a mozzar le teste di chi trasgredisce la legge, in particolare quella che proibisce rapporti sessuali prima del matrimonio. Prima vittima, un certo Claudio. Sua sorella, Isabella – per Peter Brook forse il personaggio più bello di tutta la produzione shakespeariana – novizia di un convento, implora il perdono ad Angelo: lo avrà, a patto che lei dia il suo consenso ad un rapporto sessuale col vicario. Che ne facciamo di questa scena, violentissima? Eppure, dicono che Misura per misura sia una commedia, l’ultima che Shakespeare abbia scritto. Dopo verranno le grandi tragedie e poi un po’ di malinconici commiati al mondo. Se problematica è la scena in questione, altrettanto lo è proprio il modo in cui è stato scritto, Misura per misura. Parte come una tragedia, spinge l’acceleratore su quello, come a sfuggire a qualcosa che poi arriva, implacabile: a metà, una bella deviazione stilistica, il tono cambia radicalmente, si passa dal verso alla prosa spinta, e si galoppa rapidi verso un lieto fine apparente. Una pennellata massiccia di vernice per trasformare, modificare, celare quello che di buio si era fino a lì spiattellato. Perché? Dicono anche che Misura per misura sia un testo sulla giustizia: è vero. Il buon Angelo applica la legge senza interpretarla, quasi che la norma sia da sé equivalente alla giustizia. Verrebbe da chiedergli, quale giustizia, e come. Del resto, Cesare Beccaria s’interrogava su come si possa davvero chiamare giustizia quella che passa attraverso un atto violento come una testa mozzata. E, poi, se le leggi sono ingiuste, come ci comportiamo? Dobbiamo davvero rispettarle? E quale società scrive quali leggi? Perché forse in fondo è anche questo Misura per misura, un grandioso tentativo maldestro di guardare alla realtà quotidiana e a strapparne via un lembo.

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