
Lo spettacolo
Il pubblico entra in una sala semibuia, un cono di luce illumina una tenda da campeggio ricoperta da un telo mimetico militare. Intorno non c’è nient’altro. Solo qualche flebile rumore che rimanda ad un mondo che si risveglia in lontananza. Dopo qualche istante la tenda si anima, c’è trambusto all’interno, un’ombra appare alle finestrelle laterali. Poi la zip si apre e appare Berta, la preparatissima e inappuntabile guida turistica di un’insolita agenzia di viaggi – la War Zone Travel – che organizza visite turistiche nei paesi in guerra. “Ah, siete già qui?” dice al pubblico. Così inizia Vacanze di guerra di Ignasi Garcìa Barba, tra i più quotati autori spagnoli viventi, allievo di due mostri sacri quali Sinisterra e Mayorga. Un testo spiazzante, esilarante e tragico al tempo stesso, che squarcia la quarta parete creando uno spazio unico di azione in cui i turisti/spettatori e la guida Berta interagiscono continuamente nell’attesa di assistere al primo attesissimo appuntamento del pacchetto turistico della giornata che prevede anche una visita a un campo di rifugiati con pranzo al sacco, un passaggio davanti a una fossa comune e la possibilità di collocare con le proprie mani una bomba antiuomo. In un clima sempre più surreale, scopriremo alla fine che Berta e i suoi turisti sono stati convocati lì in attesa dell’arrivo di un cecchino, pagato dall’agenzia, che dovrà uccidere il primo civile che gli passerà sotto tiro. Una guerra che si fa spettacolo e per questo chiama a sé nuove platee. D’altronde il turismo di guerra non è una novità. Mark Twain nel 1856 guidava i più coraggiosi tra le rovine di Sebastopoli, simbolo della guerra di Crimea. Vacanze di guerra non vuole essere solo un atto di accusa nei confronti di una società ormai sazia di tutto che cerca nel fascino della catastrofe emozioni perdute. Senza rinunciare all’ironia e giocando con il paradosso, lo spettacolo mette a nudo i lati più morbosi e indecenti della nostra società contemporanea che trasforma in merce anche il dolore umano.
Info e orari
Crediti
drammaturgia sonora Diana Tejera
scena e costumi Carlo Sala
foto Artemisia Moletta
produzione P.G.A. scarl