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Sarfatti

da un’idea di Massimo Mattioli
di Angela Dematté
regia Andrea Chiodi
con Claudia Coli

Lo spettacolo

Una donna entra nella redazione del Popolo d’Italia, il giornale fondato da Benito Mussolini dopo il licenziamento dall’“Avanti!”. Quella donna è Margherita Sarfatti: intellettuale colta e benestante, collezionista, critica d’arte, fondatrice del gruppo Novecento e mecenate di artisti come Boccioni, Sironi, Funi e dello stesso Mussolini, che contribuì a trasformare nel “Dux”.
Sarfatti è il titolo dello spettacolo scritto da Angela Dematté, nato da un’idea di Massimo Mattioli e Claudia Coli, che ne è anche protagonista. La drammaturgia esplora la relazione profonda tra arte e potere durante il fascismo, raccontando la vicenda di una donna che, nel tentativo di dare senso alla propria vita artistica, materna e amorosa, ripercorre i momenti cruciali della storia italiana.
«Che una donna abbia contribuito in modo determinante, ma anche inquietante, alla costruzione del mito del Duce e dell’arte del Novecento — scrive Dematté — è ciò che mi ha spinto a raccontare questa storia».
Il regista Andrea Chiodi restituisce un ritratto complesso e umano: non solo l’amante del Duce, ma una figura visionaria, capace di influenzare cultura e politica, poi esclusa dal potere che aveva contribuito a creare. In scena, Sarfatti si confronta con la propria memoria e con un destino che intreccia arte, ideologia e sentimento.

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