Brescia Oggi – Michelangelo – Vita
Sabato 15 novembre 2014,
Brescia oggi
Francesco De Leonardis
IL MICHELANGELO DI PIOVANELLI
UN ARTISTA TRA AMORI E DOLORI
Non una biografia, ma la rilettura attenta di Rime e Lettere del grande artista mettendo in risalto genialità artistica e umanità quotidiana.
Antonio Piovanelli è tornato al «suo» Michelangelo. Lo ha fatto a Padernello, complice Giacomo Andrico,
da cui si è lasciato guidare in un nuovo allestimento che è andato in scena nel fascinoso spazio del salone
del castello, ricreato con sapiente efficacia dal regista: il pubblico è sistemato ai lati e, al centro,
un inginocchiatoio, una panca e un tavolo; in un angolo una scrivania carica di oggetti e, sopra un palchetto,il modellino della cupola di San Pietro, un grande «Prigione» di gesso e un letto.
Fogli bianchi sono sparsi dappertutto.
Piovanelli – Michelangelo, che non indossa un costume cinquecentesco, ma abiti comuni dei nostri giorni,
si muove a stretto contatto con gli spettatori producendo un forte coinvolgimento emotivo.
Nell’adattare Rime e Lettere di Michelangelo non ha voluto proporci una biografia – ha scelto, in particolare,
le lettere inviate al nipote Lionardo, al cardinale Pio di Carpi, responsabile della fabbrica di San Pietro,
al giovane Tommaso de’ Cavalieri, a cui confessa il suo amore – ma ha cercato di cavar fuori il senso di una vita in cui si sono incontrate e spesso scontrate genialità artistica e umanità quotidiana.
Quest’ultima fatta di sentimenti, di problemi con i famigliari, di soldi, di malattia, di dolore per la perdita
di persone care. Piovanelli ci propone un Michelangelo che è un artista orgoglioso del suo lavoro,
un lottatore vigoroso contro i disinganni della curia pontificia, un amante carico di passione verso l’innamorato, un credente che si confronta con il suo Dio, un vecchio che sente vicina la morte.
Giunto alla fine, guarda a se stesso con ironico disincanto, elencando senza pudore i suoi mali.
Qui la regia crea uno stacco.
Si spengono i ceri e una luce azzurra inonda la scena, Piovanelli si infila un paio di occhiali davanti a un leggio, la musica dei Pink Floyd irrompe in un crescendo sonoro.
Siamo noi, qui e ora, davanti a Michelangelo e le sue ultime parole sono lo spietato autoritratto di un uomo:
«Dilombato, crepato, infranto e rotto».
Antonio Piovanelli è interprete di straordinaria intensità che mette in gioco tutto se stesso; con la sua fisicità
e la sua voce forte e ruvida entra nella lingua non facile delle Rime e ce ne restituisce tutta la ricca pregnanza di significati.
La sua è una prova superba, di quelle che capita raramente di vedere.
Applausi calorosissimi per lui e per Giacomo Andrico.