Il Rosario
Dal 12 al 14 aprile al Teatro India va in scena Il Rosario una favola nera, l’opera di Federico De Roberto, che i registi Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte modificano e rivisitano in chiave musicale, inserendo canti e musiche della tradizione orale, scelte per la loro capacità di raccontare il reale.
il teatro di roma per il Giubileo
la rassegna dedicata ai temi dello spirito per contribuire con
un significato anche artistico alla riflessione sul Giubileo di Papa Francesco
presenta dal 12 al 14 aprile al Teatro India
IL ROSARIO
una favola nera
da Federico De Roberto
progetto, drammaturgia e regia Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte
drammaturgia sonora e musiche originali Antonella Talamonti
con Filippo Luna
e Nené Barini, Germana Mastropasqua, Alessandra Roca
costumi Grazia Materia – disegno luci Luigi Biondi
suono Francesco Fazzi – direzione tecnica Michelangelo Vitullo – foto di scena Erika Venturella
selezione Premio Internazionale il Teatro Nudo Teresa Pomodoro
Produzione UMANE RISORSE | 369gradi
Dal 12 al 14 aprile al Teatro India va in scena Il Rosario una favola nera, l’opera di Federico De Roberto, che i registi Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte modificano e rivisitano in chiave musicale, inserendo canti e musiche della tradizione orale, scelte per la loro capacità di raccontare il reale.
Una madre tiranna, le sue figlie e la recita quotidiana del rosario: questi gli ingredienti della pièce teatrale, che svela le dinamiche relazionali e i giochi di potere all’interno di un nucleo familiare, dove la Madre rappresenta allegoricamente l’oppressione dei potenti sui più deboli. Uno spettacolo che guarda alla tradizione raccontando i nostri giorni e attraversando idealmente, nei canti e nei suoni della cultura orale e nelle composizioni originali, il Paese dal sud al nord, dalla Sicilia al Friuli. Così, dal parlato al canto, questo testo, scritto nei primi del ‘900, diventa metafora del potere immobile che soffoca la libertà (rappresentato dalla madre) e dell’arte che è fonte di cambiamento (le figlie che vorrebbero sposarsi, vivere libere e cantare non solo canti liturgici).
“Il Rosario può essere raccontato come una fiaba, ma come tutti i grandi scrittori De Roberto con pochi tratti delinea una vicenda più ampia di quella che è all’apparenza una storia familiare – annotano Clara Gebbia ed Enrico Roccaforte – Una storia fatta di coercizione, immobilità, ingiustizia, oppressione che abbiamo sentito il bisogno di mettere in scena. È nato quindi Il Rosario, ‘una partitura polifonica teatrale e musicale’ che tradisce il testo originale di De Roberto eliminando i personaggi esterni alla famiglia, aggiungendo dialoghi, inserendo canti di tradizione o scrivendone di nuovi, cambiando la trama. E mentre lavoravamo al Rosario e ci immergevamo nel mondo derobertiano, abbiamo colto nel testo una metafora attualissima della dialettica oppressiva tra potere immobile e arte come possibile fonte di cambiamento. I nostri personaggi, in effetti, sono contaminati dal presente. La Madre parla utilizzando una specie di ‘pastiche’ dei potenti di oggi. Le tre figlie, vittime consapevoli, si muovono intorno alla Madre tiranna durante la recita del rosario, in un ‘carillon’ nel quale si compie il teatrino degli affari, ognuna a suo modo, come fossero gli archetipi dell’umanità di fronte al potere. La ‘musica di tradizione orale’, al contrario di quello che sembrerebbe, non è rivolta al passato, ma ha la vocazione di raccontare il reale, di essere in profonda connessione col presente, di ispirarsi sempre a ciò che si vive in quel dato momento (lavoro, rito, amore, affermazione di diritti, critica del potere). Abbiamo quindi creato una partitura musicale che va dal parlato all’intonato, dalla parola al canto. Nello spettacolo compaiono canti provenienti dalla ricerca sul campo e composizioni originali ispirate alla musicalità del testo. L’‘Orologio della Passione’, tipica struttura testuale dei canti del Venerdì Santo, viene messo in scena con nuova musica e corre in parallelo alla storia della famiglia, scandendo il tempo privato del dolore e quello collettivo della sua condivisione. Anche nel Rosario la ricerca antropologica e la rappresentazione teatrale diventano così strumenti per rivendicare i propri diritti, lottare contro condizioni di emarginazione, di esclusione sociale, strumenti quindi di denuncia, che nei nostri spettacoli testimoniano di volta in volta la società del precariato in cui viviamo, l’ingiustizia di un quotidiano che non è più tutelato dalle norme sociali e che al tempo stesso è ingabbiato in strutture di caste, piccoli mondi invalicabili che generano isolamento e sottomissione, dove le strutture di potere non ci danno più diritto di parola di poter esprimere le proprie idee o la propria creatività. Oltre ad esercitare l’ironia, grandiosa chiave di lettura del mondo, sul finale non ci è rimasto altro da fare se non dire l’unica preghiera che sappiamo recitare, un canto laico e umano che finisce con le parole che Pasolini rivolge alla Madonna: Madonuta (…) Salva il nustri paìs. Salvilu”.
Lo spettacolo si inserisce nel segmento di stagione iL TEATRO DI ROMA per il Giubileo dedicato all’eccezionale evento religioso che tra le altre attività accoglie, in collaborazione con Federgat, sette spettacoli vincitori del Festival I Teatri del Sacro, e le creazioni della coreografa Julie Ann Anzilotti, Le Sacre di Virgilio Sieni, Vangelo di Pippo Delbono, e la produzione del Michelangelo-Vita di Antonio Piovanelli.
Elenco dei brani eseguiti
Ora prima * Buongiorno amore * E più non canto * La traviata * Canto dolce della madre * Ora seconda * Rosario infernale * Ora terza * Caro fattore * Salve salve salve Jesu a morte / Quando Jesu fu * Ave maria * Padre nostro re del creato * Ora quarta * Canto requiem di Montecorice * Voi che amate lo creatore * Padre nostro BANDA Ora ultima Madonuta.
INFO TEATRO INDIA
Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma
Botteghino Teatro di Roma: tel.06.684.314/311
Ufficio promozione Teatro di Roma: tel. 06.684.000.346 – www.teatrodiroma.net
CARD SACRO: 32 € per 4 ingressi a scelta
Orari spettacolo
martedì 12 aprile ore 21.00
mercoledì 13 aprile ore 19.00
giovedì 14 aprile ore 21.00
Durata spettacolo: un’ora e venti minuti
Ufficio Stampa Teatro di Roma:
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