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Polvere – dialogo tra uomo e donna

Dal 10 al 15 febbraio al Teatro India di Roma appuntamento con la delicata e commovente testimonianza di un narratore, autore-attore, capace di raccontare le donne. Artista unico, tra i più premiati della scena italiana, Saverio La Ruina debutta con Polvere – dialogo tra uomo e donna, spostando questa volta l’attenzione di uno dei temi più tristemente scottanti, il femminicidio, su un piano inesplorato per una pièce dal forte impatto dissacrante.

Dal 10 al 15 febbraio al Teatro India di Roma

di Saverio La Ruina
con Saverio La Ruina e Jo Lattari

musiche originali Gianfranco De Franco
contributo alla drammaturgia Jo Lattari
contributo alla messinscena Dario De Luca
aiuto regia Cecilia Foti

disegno luci Dario De Luca – audio e luci Gennaro Dolce
realizzazione quadro Ivan Donato

Produzione Scena Verticale

Dal 10 al 15 febbraio al Teatro India di Roma appuntamento con la delicata e commovente testimonianza di un narratore, autore-attore, capace di raccontare le donne. Artista unico, tra i più premiati della scena italiana, Saverio La Ruina debutta con Polvere – dialogo tra uomo e donna, spostando questa volta l’attenzione di uno dei temi più tristemente scottanti, il femminicidio, su un piano inesplorato per una pièce dal forte impatto dissacrante.

Dallo spettacolo che l’ha rivelato, Dissonorata, a quello che ha confermato il suo talento, La borto, raccontando personaggi femminili indimenticabili, donne del sud, offese, ferite ma orgogliose, la Polvere di Saverio La Ruina questa volta fa il punto sulla violenza maschile, sollevando e svelando quella “liturgia della resistenza” che circonda ogni donna, minandone le certezze e annientandone la forza, spegnendone il sorriso e la capacità di sognare. Succede tra le botte, gli stupri che sono la parte più fisica del fenomeno, fino all’uccisione della donna che ne è la parte conclusiva. Ma c’è un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente, opaca che confonde, fatta di parole che umiliano e feriscono, di piccoli sgarbi, di riconoscimenti mancati, di affetto sbrigativo, talvolta brusco. “Io lo amo, lui mi ama, perché mi dice questo, perché mi guarda con sufficienza, talvolta con disprezzo?”. Si inizia a giustificare. “Certo, lui è stanco; naturale, le cose al lavoro non gli vanno tanto bene; è vero, i bambini fanno una gran confusione, lui si è incupito, poi innervosito; devo stare più attenta, dobbiamo avere pazienza con papà; lo dice pure mia madre, gli uomini, si sa, pure tuo padre, cosa credi, devi essere carina con lui, e poi è normale litigare un po’, una donna lo sa come fare la pace.” Si inizia, così, a nascondere, a sorridere coi vicini e coi parenti, a soffocare, a fingere, a rinunciare.

Lo spettacolo

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