Luciano è il racconto del delirio di un folle espresso tramite stati d’animo, suoni, visioni, voci lontane e presenze che infrangono il silenzio e la solitudine. Gli scenari del teatro della mente, con presenze immaginarie, visioni e fantasmi, si riversano sul palcoscenico affrontando i temi dell’omosessualità, della pazzia, della emarginazione, in un gioco teatrale che rivela una realtà cruda e crudele, di dolore e sofferenza. Un lavoro che attinge dalla realtà: «dagli appunti presi dalla mia vita, disegni preparatori e dialoghi, tutto materiale di partenza per addentrarci in questa avventura teatrale – annota Manfredini – I quadri emersi nelle prove chiedevano uno sguardo diverso dal mio per essere affrontati. Mi affido alla figura di Luciano, ritratto di un uomo del mio tempo colto in una solitudine invasa di presenze. La dimensione del tempo abbraccia la totalità di un’esistenza e rende tutto in un presente sulla scena».