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Vortex

30 gennaio – 2 febbraio 2020

drammaturgia Jean-Luc Beaujault
direzione artistica, coreografia e scenografia Phia Ménard
con Phia Ménard
musiche di Ivan Roussel da Claude Debussy

Lo spettacolo

Vortex di Phia Ménard ci conduce nel moto metamorfico della trasformazione, dove ogni canone e norma finiscono per dissiparsi. Nel vortice, coreografia e scenografia generano un movimento fluido e introspettivo, quasi ipnotico, al centro del quale Phia Ménard gioca fisicamente e metaforicamente con l’elemento vento, danzando in un’arena dove le regole non esistono. Testimone e partecipe nella turbolenza violenta e nella danza catartica, il pubblico assiste e si lascia andare alla sensazione di perdita di gravità generata dalla trasformazione.«Sotto quanti strati ci copriamo per apparire al mondo? – riflette Phia Ménard – Chi può rivendicare la propria “anormalità”? Chi si nasconde in noi, assopito, in superficie o nelle profondità dell’essere? Come ci liberiamo dalla morsa dell’artificio per apparire quello che siamo? Voglio lottare contro una morale della paura e della stigmatizzazione. Pensare l’anormale come qualcosa di diverso dal dolore e dalla sofferenza. Nell’arena di Vortex le regole sono volontariamente falsate per aprire la nostra percezione al bisogno di affrancarsi dai tabù, con il vento come materia fluttuante, per sfuggire dalla pesantezza e svegliare “l’Alieno”; la parte dormiente sepolta sotto un’uniforme in prestito. […] C’è bellezza, disgusto, e dominazione: sensazioni violente che ci ricordano che siamo vivi».

Oltre lo spettacolo

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