Wasted
14 – 26 gennaio 2020
di Kate Tempest
traduzione Riccardo Duranti
uno spettacolo di Bluemotion
ideazione e regia Giorgina Pi
con Sylvia De Fanti, Xhulio Petushi, Gabriele Portoghese
di Kate Tempest
traduzione Riccardo Duranti
uno spettacolo di Bluemotion
ideazione e regia Giorgina Pi
con Sylvia De Fanti, Xhulio Petushi, Gabriele Portoghese
Giorgina Pi si confronta con un testo della rapper, live performer, poetessa e scrittrice che ha rivoluzionato la scena culturale inglese, Kate Tempest, voce esplosiva di una generazione sofferente divisa tra ambizioni e sogni infranti. Persi e consumati, i protagonisti di questa storia ci trascinano in quella Waste Land che è diventata la nostra vita, un deserto dove mai abbastanza giovani e mai abbastanza vecchi, sembriamo destinati a non essere mai all’altezza.
Giorgina Pi con Bluemotion porta in scena un testo della rapper, live performer, poetessa e scrittrice Kate Tempest, già vincitrice del Ted Hughes Award ed esibitasi lo scorso luglio al Festival di Glastonbury, che racconta di quel pezzo di società cresciuta pensando che cambiare la propria condizione iniziale fosse impossibile o così difficile da togliere forza alla fantasia che accadesse. Figli di una working class che si immagina destinata a rimanere tale, due uomini e una donna commemorano il decimo anniversario della scomparsa del loro più caro amico. Assemblano ricordi, tentano bilanci ma non riescono a salvare nulla di ciò che hanno vissuto. «Lavorando a questo testo abbiamo scelto di trasformare la Londra dell’autrice in un mondo meno connotato – racconta Giorgina Pi – abbiamo concentrato la dimensione temporale in dodici ore e scelto quattro pareti con chitarre e bassi come motore della storia. E allora dal tramonto all’alba, in una città qualunque, a partire da una sala prove, confessioni ed errori, chitarre e pezzi arrangiati e interrotti mille volte, si confondono con bilanci, droghe e tentativi mancati di essere finalmente se stessi. Prove che non diventano mai un concerto, principianti esclusi e soli. Ma continuano, per come possono, a provare». “Hold your own” – resta te stesso – è il famoso verso di Kate Tempest diventato poema e discorso pubblico in Inghilterra interpretato di fronte a centinaia di migliaia di persone. E Wasted è il momento esistenziale che lo precede, è il disperato passo indietro per caricare l’impeto della rincorsa. È un’opera concepita in una lingua proteiforme che è poesia, flussi di coscienza, musica e squarci di minuta quotidianità. Un coro d’ispirazione antica, interpretato dagli stessi personaggi ci restituisce l’umanità rarefatta che l’espressione “wasted” – polisemica e intraducibile – contiene. Persi e consumati, i protagonisti di questa storia ci trascinano in quella Waste Land che è diventata la nostra vita, un deserto dove mai abbastanza giovani e mai abbastanza vecchi, sembriamo destinati a non essere mai all’altezza. «Questo spettacolo vuole onorare le esistenze che si sentono sprecate, il dolore che si prova quando ci si sente condannati all’ineluttabilità di una vita non scelta, predestinati ad una condizione materiale e spirituale di infelicità. Kate Tempest è figlia di un operaio che quando lei aveva otto anni è riuscito con ostinazione a laurearsi in legge. L’esperienza positiva della sua vita l’ha incaricata a parlare e Wasted dà voce a una ferita diffusa che forse ha bisogno di essere nominata anche da noi, ora. Sprecati e soli ci ostiniamo nel tentativo di vivere il primo giorno del resto della nostra vita comunque. Non è facile. Ma lo facciamo. È il caso allora di farlo insieme».
ore 21.00
mercoledì ore 19.00
domenica ore 18.00
lunedì riposo
durata 80′
Teatro India, sabato 18 gennaio ore 18.00
Antichi/Nuovi/Sprecati. La lingua di Kate Tempest
Intervengono
Maria Laura Bergamaschi (psicanalista)
Riccardo Duranti (traduttore)
Giorgina Pi (regista)
ingresso libero con prenotazione obbligatoria
Teatro di Roma – Teatro Nazionale
in collaborazione con Dominio Pubblico
scene Giorgina Pi
consulenza ai costumi Gianluca Falaschi
musica, ambiente sonoro Collettivo Angelo Mai
luci Andrea Gallo
Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Angelo Mai / Bluemotion
Bluemotion ringrazia Ateliersi per la Residenza Creativa con Aura Satz
Kate Tempest
Kate Tempest è stata una rivoluzione assoluta per la scena culturale inglese. Le sue opere sono centrali per la poesia contemporanea del Regno Unito dove è apprezzata come artista totale, rapper, live performer, poeta, scrittrice. Ha appena trent’anni e canta di una generazione sofferente, divisa tra ambizioni e sogni infranti. Le strade della città, che per Kate Tempest è sempre Londra, sono il luogo letterario dove musica poesia e politica si incontrano, dove personaggi duri e commoventi prendono vita. Droga, disoccupazione, nichilismo, ma anche prospettive negate e scontentezza sono al centro delle sue creazioni artistiche. Testi che diventano canzoni rap graffianti, ma anche poesie che le sono valse premi prestigiosi come il Ted Hughes Award. La rabbia che Kate Tempest esprime con ogni mezzo a sua disposizione è esplosiva, ma trasmette anche una speranza: che dalle macerie del mondo nasca qualcosa di nuovo e migliore.
A soli sedici anni Kate Tempest si è esibita per la prima volta e nel 2011 ha pubblicato il suo primo album, Balance, seguito da Everybody Down nominato al Mercury Prize nel 2014 e da Let them eat chaos finalista del Mercury Prize 2017. Si è anche esibita live durante il celebre Festival di Glastonbury lo scorso luglio.