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Dolore sotto chiave / Sik Sik l’artefice magico

due atti unici di Eduardo De Filippo
regia Carlo Cecchi
con Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta

Lo spettacolo

Un dittico con la regia di Carlo Cecchi che riunisce due atti unici di Eduardo De Filippo: Dolore sotto chiave e Sik Sik, l’artefice magico, due tra i lavori più preziosi della tradizione eduardiana, riflessione sul mondo del teatro come metafora della vita.
Carlo Cecchi, tra i maestri del teatro italiano, funambolo e innovatore della scena che ha attraversato il Novecento, restituisce l’amarezza e il realismo di Eduardo De Filippo, la sua capacità di essere graffiante a partire anche da una sola invenzione paradossale. Si incontrano così sulla scena due tra le più grandi personalità più rigorose e rivoluzionarie del teatro, che da sempre hanno combattuto, dentro e fuori la scena, per un “teatro vivente”.

 

Dolore sotto chiave 

Dolore sotto chiave nasce come radiodramma nel 1958, andato in onda l’anno successivo con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Lucia, sorella di Rocco, per molti mesi nasconde al fratello – nel timore che questi possa compiere un atto inconsulto – l’avvenuta morte della moglie Elena e finge di occuparsi delle cure della donna, gravemente malata, finché Rocco stesso non scopre la menzogna e affronta con la sorella e i vicini il lutto e suoi stessi segreti. Con Dolore sotto chiave De Filippo torna ad occuparsi del tema della morte, come aveva già fatto in tante sue opere, inscenando un gioco beffardo su suol senso, ridicolizzandola, esorcizzandola, perché è anch’essa parte delle nostre esistenze e cercare di negarla significa negare la vita stessa.

 

Sik Sik, l’artefice magico

Sik Sik, l’artefice magico, atto unico scritto nel 1929, è uno dei capolavori del Novecento, in cui ritroviamo lo sprezzante realismo di Eduardo De Filippo che trasforma il teatro in metafora della vita. Sik-Sik (in napoletano, “secco secco”) è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri di infimo ordine insieme alla moglie Giorgetta, e alla sua spalla Nicola. Una sera è costretto a sostituire Nicola con il primo malcapitato, dando vita a un crescendo di inesorabili qui-proquo: i numeri di prestigio finiranno in un disastro e l’esibizione si rivelerà tragica per il finto mago ma esilarante per il pubblico. Con più di 450 repliche solo a Napoli, lo spettacolo ebbe un successo enorme. Eduardo reinterpretò Sik Sik per l’ultima volta nel 1980 al Manzoni di Milano, per poi ritirarsi dalle scene dopo cinquant’anni di carriera.

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