Luce sull’archeologia 2020
Luce sull’archeologia 2020
Incontri di storia e arte al Teatro Argentina
Alle origini di Roma
miti, popoli, culture
Tornano i tre incontri di Luce sull’archeologia che erano stati sospesi a causa del lockdown durante la primavera scorsa. – Avevamo pensato di organizzarli in presenza, ma l’ultimo DPCM, ha di nuovo rimescolato le carte –
Gli incontri saranno trasmessi in streaming e sarà possibile vederli comodamente da casa, semplicemente collegandosi al nostro sito o dalle pagine dei nostri canali social.
I relatori invece saranno sul palcoscenico dell’Argentina, per restituire la medesima antmosfera degli altri incontri.
8 novembre | 15 novembre | 6 dicembre 2020
ore 11.00
Introduce e presenta
Massimiliano Ghilardi Direttore Associato dell’Istituto Nazionale di Studi Romani; Segretario Generale dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia Storia e Storia dell’Arte in Roma
8 novembre 2020
ROMA, IL LAZIO DEI CICLOPI E LO SGUARDO DEI GRECI
Claudio Strinati Storico dell’arte
Andreas M. Steiner Direttore dei mensili Archeo e Medioevo
Annalisa Lo Monaco – Professoressa di Archeologia Classica alla Sapienza Università di Roma
Lo sguardo dei greci.
Nel corso dell’età repubblicana, furono molteplici le occasioni di contatto tra Grecia e Roma. Come i Greci sentivano e percepivano i Romani e la città di Roma? Quanto conoscevano di essi e quanto invece era frutto di pregiudizi e stereotipi? La domanda, impegnativa, permette di calarsi pienamente in una realtà ancora in essere e fluida, in un divenire di cui al momento essi stessi non avevano piena consapevolezza. Non sapevano certo come sarebbe andata a finire, e i loro giudizi mutarono infatti nel tempo. Argomento dunque intrigante e sfaccettato, che sarà combinato, come in un gioco di specchi, alla domanda contrapposta: come i Romani hanno sentito e percepito quella Grecia che ancora non conoscevano e che avrebbero conquistato di lì a poco?
Antonio Marchetta – Professore di Lingua e Letteratura Latina alla Sapienza Università di Roma; Socio Ordinario dell’Istituto Nazionale di Studi Romani
Virgilio, poeta dell’Italia e della pace.Virgilio, genericamente considerato il cantore di Roma, in realtà fu piuttosto cantore dell’Italia, per certi aspetti anche in antitesi alla città di Roma. Al clima politicamente e socialmente avvelenato, corrotto dell’Urbe il poeta transpadano contrappose l’integrità morale delle campagne italiche, concepite come lo spazio privilegiato in cui realizzare l’ideale di una vera felicità, quella fondata sull’armonia con la natura, l’ideale di una pace interiore vittoriosa delle passioni perturbatrici. La degenerata Roma avrebbe potuto ritrovare se stessa solo recuperando i valori della tradizione italica.
Massimiliano Valenti – Professore di Topografia antica all’Università della Tuscia-Viterbo
Roma e il Lazio dei “Ciclopi”.
Con riferimento alle mura poligonali, alla discussione sette-ottocentesca sulla loro datazione e la loro origine, e al corretto e articolato inquadramento culturale e cronologico.
Si parla di antiquari, di viaggiatori del grand tour, di archeologi, di città e di scavi archeologici.
15 novembre 2020
TESTIMONIANZE SCRITTE E ARCHITETTURA
Claudio Strinati Storico dell’arte
Andreas M. Steiner Direttore dei mensili Archeo e Medioevo
Introduce e presenta Massimiliano Ghirardi
durante l’incontro sarà possibile inviare messaggi in tempo reale ai relatori per domande sia attraverso whatsapp che con sms scrivendo al numero di telefono 333/6163857
Lorenzo Parrotto – Attore
Lettura di alcuni brani di letteratura antica tratti dalle vite dei Cesari di Svetonio.
Silvia Orlandi – Professoressa di Epigrafia Latina alla Sapienza Università di Roma
Il latino di Numa Pompilio.
Come parlavano e come scrivevano gli abitanti di Roma nei primi secoli della sua storia, visto che il latino arcaico ha una forma molto diversa da quella della lingua che si impara a scuola, così diversa che qualche volta si fatica a riconoscerla e a distinguerla dalle altre lingue dell’Italia antica? Prendendo spunto dal titolo di un articolo di Emilio Peruzzi del 1966, e facendo uso dei materiali esposti nel Museo della Comunicazione Scritta alle Terme di Diocleziano, cercheremo di dare una risposta a questa domanda.
Massimiliano Valenti – Professore di Topografia antica all’Università della Tuscia-Viterbo
Ozio “divino”: gli imperatori fuori dall’Urbs.
I complessi residenziali extra-urbani di proprietà dell’imperatore ne rispecchiano il potere, le passioni e talora l’indole, in un fenomeno che vede la progressiva concentrazione nelle sue mani dei territori e delle proprietà immobiliari più ambite, nella privatizzazione dei paesaggi più esclusivi (ed evocativi) e nella sperimentazione di forme architettoniche originali
6 dicembre 2020
ROMA CITTA’ APERTA TRA RAPPRESENTAZIONE E REALTA’
Claudio Strinati Storico dell’arte
Andreas M. Steiner Direttore dei mensili Archeo e Medioevo
durante l’incontro sarà possibile inviare messaggi in tempo reale ai relatori per domande sia attraverso whatsapp che con sms scrivendo al numero di telefono 333/616385
Carmine Ampolo – Professore emerito di Storia Greca alla Normale Superiore di Pisa
Roma città aperta tra rappresentazione e realtà.
Leggende e miti sulle origini di Roma e di altre città del Lazio rappresentano sia i precedenti della fondazione sia la ‘storia’ più antica con una forte mescolanza di genti diverse (da Enea con i Troiani che si uniscono alla popolazione locale fino a Romolo che popola la nuova città non solo con i Latini ma con gente di ogni risma e oltre). La storia di Roma nei secoli successivi è caratterizzata com’è noto da una notevole capacità di integrazione delle altre popolazioni, pur tra contrasti e lotte. Roma è ‘città aperta’ sin dalle origini. Di ciò erano pienamente consapevoli i Romani stessi (ad es. l’imperatore Claudio) ma anche i loro avversari. La presenza di genti di diversa origine – più o meno integrate nella popolazione che parlava latino – appare confermata da documenti di grande valore e da epigrafi, che solo in parte sono riconducibili a periodi di predominio di parlanti altre lingue (come soprattutto gli Etruschi). L’immagine che i Romani davano di sé stessi attraverso le leggende come ‘città aperta’ non è solo un mito in sé, è una proiezione o un riflesso nel complesso mondo mitico e nel suo linguaggio
Annalisa Lo Monaco – Professoressa di Archeologia e Storia dell’arte Greca e Romana alla Sapienza Università di Roma
Lo Sguardo dei greci.
Nel corso dell’età repubblicana, furono molteplici le occasioni di contatto tra Grecia e Roma. Come i Greci sentivano e percepivano i Romani e la città di Roma? Quanto conoscevano di essi e quanto invece era frutto di pregiudizi e stereotipi? La domanda, impegnativa, permette di calarsi pienamente in una realtà ancora in essere e fluida, in un divenire di cui al momento essi stessi non avevano piena consapevolezza. Non sapevano certo come sarebbe andata a finire, e i loro giudizi mutarono infatti nel tempo. Argomento dunque intrigante e sfaccettato, che sarà combinato, come in un gioco di specchi, alla domanda contrapposta: come i Romani hanno sentito e percepito quella Grecia che ancora non conoscevano e che avrebbero conquistato di lì a poco?
Stefano Tortorella – Professore di Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana alla Sapienza Università di Roma;
Residenze gentilizie e templi in età arcaica: il sistema delle decorazioni fittili negli edifici del Lazio e dell’Etruria.
In Etruria, nel Lazio e ovviamente a Roma, nel corso del VI secolo a.C., abbiamo testimonianze di regiae (veri e propri palazzi principeschi) ed edifici templari decorati da lastre fittili a rilievo rievocanti i momenti cruciali della regalità principesca (banchetti, assemblee di divinità, giochi equestri, etc.) e miti (Eracle, Teseo e il Minotauro, etc.).
Nel desiderio di esibire rappresentazioni figurate sulle proprie architetture da parata, l’Etruria e il Lazio sviluppano, in età arcaica, un sistema di decorazioni fittili in cui giocano un ruolo di primo piano lunghi fregi sui quali si dipana la rappresentazione di lunghe teorie di personaggi vari, tutti impegnati in atti e momenti cerimoniali ben precisi, una sorta di racconto fondato su solidi capisaldi rituali, il cui obiettivo decisivo è da un lato l’esaltazione del potere, dall’altro la celebrazione del gruppo che quel potere detiene.
Letture di Lorenzo Parrotto
Contributi di Storia dell’Arte di Claudio Strinati
DOMENICA 8 NOVEMBRE, ore 11.00
L’idea della Resurrezione dell’Antico nell’ottica dell’Accademia dei Carracci a Roma. Il corteo di Bacco e Arianna in Palazzo Farnese
DOMENCA 15 NOVEMBRE, ORE 11.00
Lo scherzo degli Dei. Gli affreschi di Raffaello Sanzio alla Farnesina e la visione rinascimentale dell’antichità classica
DOMENICA 6 DICEMBRE, ore 11.00
Il mito di Roma e il mito dell’Italia nella visione in chiave caravaggesca del grande pittore francese Valentin de Boulogne