Pezzi anatomici è un progetto che indaga formati differenti: la sala prove col suo andamento sperimentale, il concerto, lo spettacolo o più spettacoli. La scena è luogo di incontro tra attività spettacolare e ricerca sul linguaggio coreografico, con un atteggiamento che apre continuamente alla deriva, all’approfondimento e all’invenzione in diretta, ma in realtà offre al pubblico un meccanismo ritmicamente incalzante e strutturato, mimetizzato nel flusso distratto dell’esperimento: un tempo di indagine anatomica che approda a momenti di pura
visione, utilizzando la cultura coreografica come chiave di accesso ad un universo di pensiero più vasto. La scena è dissolta; pubblico e performer abitano un luogo la cui funzione ricalca quella del “gabinetto anatomico” rinascimentale, dove le informazioni scientifiche venivano corroborate dall’esposizione dei corpi. La forza visionaria della coreografia si manifesta senza essere annunciata, cioè appare all’interno di un processo che tesse discorsi molto ampi e svela la complessità dei riferimenti che generano le immagini in movimento dei corpi.
Pezzi anatomici riguarda l’animale ed è una forma di cattività del performer: mettersi in gabbia, sempre sotto osservazione, diventa una strategia per scatenare la creazione e cercare in diretta la naturalezza di cui abbiamo bisogno. L’aperto.