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Quel giorno Memorie del 16 ottobre 1943

16 ottobre 2023

testo e regia Marco Baliani
drammaturgia Maria Maglietta
con Lino Guanciale e Sandra Toffolatti

Lo spettacolo

Le memorie di quella giornata terribile del nostro passato prossimo sono quasi indicibili, come sempre accade quando la sottile superficie del vivere si incrina facendoci precipitare in un abisso, sottraendoci il pensiero, annichilendo il raziocinio.
Ottant’anni fa il terribile si manifesta nel ghetto ebraico di Roma, sorprendendo gli animi, rompendo la straordinaria quotidianità di una vita regolata, pur in quei difficili tempi di guerra, da un intreccio di affetti, di convivialità, di pratiche religiose.
In un tessuto umano così ricco di tradizioni, l’orrore si manifesta come qualcosa di smisurato, che sopravanza ogni possibile tentativo di darsi una spiegazione.
L’odio contro la diversità di un popolo prende la forma del sequestro della dignità, della riduzione degli esseri umani a “cose”, al di fuori per sempre da qualsiasi senso di umanità.
Viene chiamato quel giorno “rastrellamento” ma non sono foglie secche di un giardino ad essere rastrellate ma corpi e anime di esseri viventi che fino al giorno prima ancora erano convinti, pur in mezzo a timori e angosce, di appartenere al grande consesso dell’umanità. Fino a quel giorno ancora parlavano, discutevano, i bambini giocavano, insomma vivevano.
Ricordando la lezione di Italo Calvino quando diceva che solo raccontando le piccole storie si può riuscire a illuminare di luce nuova la Storia grande vorrei dare la parola teatrale a: un bambino di nove anni, una ragazzina alle soglie dell’adolescenza, un ragazzo, una giovane donna, un marito e una moglie. Storie, parole potenti di anime e corpi che sento già vibrare e che escono con l’urgenza di chi non riesce a tenere nell’anima tanta materia di memoria. I due attori in scena, un uomo e una donna, capaci di aver dentro di loro una moltitudine di voci, cambiando timbro, ritmo, volume e intensità, ogni volta si identificheranno profondamente con il personaggio a cui la voce appartiene.
Immagino un teatro essenziale, asciutto, potente nelle parole e nella capacità attorale di interpretarle, al servizio della francescana potenza del dire.

 

 

 

Oltre lo spettacolo

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