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Giunsero i terrestri su Marte

regia ed ideazione Giacomo Bisordi
drammaturgia Pierfrancesco Franzoni e Giacomo Bisordi
testo a cura della compagnia
con (in o. a.) Giulia Heathfield Di Renzi, Gaia Rinaldi, Francesco Russo

 

Lo spettacolo

“Giulia Heathfield Di Renzi, Gaia Rinaldi e Francesco Russo, nel corso di una missione interplanetaria su Marte, sono morti. Non se ne ha la conferma definitiva, ma allo stato attuale dei fatti le probabilità che ci siano sopravvissuti possono essere dichiarate nulle. Una conferenza stampa avrà luogo per fornire i dettagli della tragedia, che nulla toglie alla straordinaria impresa dei tre giovani astronauti…”
Così inizia il racconto di Giunsero i terrestri su Marte: con la misteriosa scomparsa dell’equipaggio di una spedizione sulla superficie marziana. Che cos’è accaduto sul pianeta rosso? Chi sono i marziani che i terrestri potrebbero aver incontrato? Qual è la ragione di questa iniziativa spaziale?
Da queste prime domande prende vita un nuovo frammento di quella mitologia che racconta Marte come potentissimo magnete per il desiderio umano di conoscenza: un mondo di cui finora nessun umano ha fatto esperienza diretta e che perciò esiste per noi soltanto come gomitolo di desideri, di sogni, paure e illusioni (personali e collettive). Marte è al tempo stesso il luogo della perdita – di affetti, d’identità, di senso – e una potente promessa di futuro.
Avvolto al filo rosso di un itinerario a ritroso nel tempo – nel tentativo di dare una prospettiva persino a una tragica fine come quella dei nostri tre esploratori – e debitore verso le grandi epopee fantascientifiche di Ray Bradbury, Ursula K. Le Guin e Philip K. Dick, Giunsero i terrestri su Marte è una performance a metà strada tra un’operetta morale di Leopardi e una piccola odissea malinconicissima sullo smarrimento o più in generale sul senso di essere Terrestri – o Marziani.

Oltre lo spettacolo

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