Peter Pan guarda sotto le gonne, primo capitolo della Trilogia sull’Identità, racconta l’infanzia di un undicenne degli anni ’90 nato in un corpo femminile, osservando come il transgenderismo possa assumere le sembianze della spontaneità e persino della tenerezza. È la storia della difficoltà di affrontare una transizione, un periodo di passaggio, anche solo mentale, che porta via ogni certezza. Proprio come accade a Peter Pan, che ha paura poiché non capisce cosa gli sta succedendo. Questo timore ha origine dall’incapacità di narrare anche a se stesso ciò che sta provando, e ciò che gli sta accadendo, essendo completamente all’oscuro dei termini e dei nomi per quello che intimamente percepisce di sé. In suo aiuto giunge Tinker Bell, “la Fata che esiste”, che svolge per lui il ruolo di mentore o, meglio, una sua grottesca, verbosa imitazione, spingendolo verso la sua intima natura e accompagnandolo nella scoperta di quello che si nasconde dietro le apparenze. Wendy, invece è una ragazzina dotata di spavalda femminilità che è forse il suo primo amore, diventa per Peter un acceleratore della consapevolezza, l’Ombra, interpretata da un danzatore, rappresenta la natura e, forse, il futuro di Peter. Una drammaturgia che si disvela tra un linguaggio semplice e realistico, tipico adolescenziale, accompagnato dalla danza che va a tratteggiare zone di senso difficilmente esprimibile.