Stabat Mater, secondo capitolo della Trilogia sull’Identità, indaga la vita di Andrea, uno scrittore trentenne, colta nella sua ordinarietà, nonostante stia attraversando una situazione straordinaria: vivere al maschile avendo però sembianze femminili. Si intrecciano tematiche come l’emancipazione dalla madre e le difficoltà nel diventare adulti, scardinando un sistema di certezze spesso consolidate. Pause, relazioni, ritmi martellanti o blandi si alternano a “pensieri alementari”, veri e propri monologhi in metrica, che rivelano gli stati d’animo più intimi del giovane e nei quali emergono tutte le sue passioni. Così, quando si innamora della sua Analista, si scaglia contro l’anello portato al dito dalla donna, emblema delle convenzioni sociali che lui combatte. Come Frodo ne “Il Signore degli Anelli”, Andrea vuole distruggerlo e sente che la “natura”, solidale, si impenna, sconvolge il Mondo con spaventosi cataclismi e condanna a morte la Norma ostile a lui e al suo amore.